Il Metauro: Guado e Carbonai

Il Montefeltro è realmente un  tuffo nella storia  e nell’armonia che esiste tra storia e natura. E di nuovo è un connubio che crea colore: il blu intenso del guado e il nero poetico dei carbonai. Il guado o guato o gualdo o vado (Isatis tinctoria L.) fino al secolo XVII venne intensamente coltivato, macinato, affinato e commerciato per colorare tessuti o carta. Il colore indaco o blu celtico (usato anche per tingere i jeans) deriva da questo arbusto cespugliato diffuso anche nelle Marche. La lavorazione del guado (testimonianze di vecchie macine in pietra apposite sono frequenti soprattutto nella zona dell’alta valle del Metauro e del Foglia, a Cagli, Piobbico ed Apecchio) raggiunse un livello imprenditoriale elevatissimo tanto che  da Sant’Angelo in Vado (o in Guado?).

Poi c’è il carbone. Un mestiere antico tra il bosco, il fuoco ed il suo fumo. Lavorare la legna prestata da questi boschi e produrre carbone e carbonella nelle radure a ridosso dei torrenti, come nei ranchi dei boschi che vestono le nostre bellissime e aspre montagne, ha conservato caratteristiche di nomadismo stagionale, che ha costretto i lavoratori a costruire abitazioni in precario, le capanne: ripari a pianta rettangolare sostenute da uno scheletro di pali sul quale si sistemavano ordinatamente zolle erbose. I carbonai che rimanevano per molto tempo nei boschi spesso venivano raggiunti da familiari, mogli e sorelle e sino alla fine dell’Ottocento anche dai figli. Un mestiere che mantiene un rapporto d’equilibrio, duro e duraturo, tra la comunità e il territorio. Un presente dal profumo remoto e lontano ma vicino all’anima arcana delle genti, che abitano e vivono, amandole, le strette valli di questo Appennino, la sua civiltà e la sua cultura. Una memoria che tende a dissolversi come le nuvolette di fumo che, un tempo, si elevavano fitte, quasi misteriose, sui monti e fra i boschi del Montefeltro.

Il carbonaio di Borgo Pace e Mercatello sul Metauro

La civiltà dei carbonai, presente in passato in tutto l’entroterra della regione Marche oltre che in molte aree dell’Appennnino, è ancora attiva nel territorio della provincia di Pesaro e Urbino ed in particolare nei comuni di Borgo Pace e Mercatello sul Metauro. Tuttavia, anche in questa area, l’attività dei carbonai sta subendo un declino inesorabile e rischia la scomparsa: nel 2008 molti carbonai hanno lavorato la propria produzione per l’ultima volta. Oggi corriamo quindi il rischio di perdere un grande patrimonio che per millenni ha caratterizzato il territorio non solo di Borgo Pace e Mercatello sul Metauro, ma anche di comuni limitrofi quali ad esempio Piobbico e Apecchio. L’impatto delle carbonaie nell’ex Ducato di Urbino è stato fortissimo, in quanto si è trattato di un’attività in passato diffusissima nelle foreste dislocate attorno al vicino valico di Bocca Trabaria, ancora oggi presente nel territorio comunale nelle frazioni di Dese, Felcino, Figgiano, Lamoli, Palazzo Mucci, Parchiule, Valle e Villa.

A cavallo per scoprire le antiche orme dei carbonai

Sarà possibile scoprire le orme dei carbonai e seguire le bellezze del territorio in sella ad un cavallo sulle sponde del Metauro. Un lungo percorso che segue il circuito di sentieri esistente nella zona: esso ha una forma approssimativa di quadrilatero, con lato attestato al crinale Appenninico che, procedendo in senso orario, ha come vertici Mercatello sul Metauro (429 m. slm) il Montaccio (1.072 m. slm), Sbocco delle Bucine (1.225 m. slm) e Case Sabatini (737 m. slm). I sentieri raggiungeranno attraverso rami secondari i maggiori agglomerati rurali dei due capoluoghi: Montedale, Lamoli, Parchiule, Palazzo Mucci, Figgiano e Castello della Pieve. Da Borgo Pace si dipartono altri sentieri di cui il principale corre sulla sommità della dorsale che funge da linea di displuvio tra il torrente Auro a Nord ed il torrente Meta a Sud, immettendosi percorso G.E.A., in località Poggio dei Tre Termini (1.173 m. slm).

L’itinerario rileva le testimonianze di carattere artistico-culturale e paesaggistico-ambientale, e tutti i punti di interesse (culturale, turistico, storico ed enogastronomico, ivi compresi gli agriturismi, le strutture ricettive ed i produttori di enogastronomia tipica del territorio).

Sarete guidati da un’apposita cartellonistica della cartografia schematica della rete escursionistica, con i riferimenti geografici dell’intera zona; gli itinerari escursionistici con le caratteristiche morfologiche, paesistico-ambientali e naturalistiche (tanto geologiche quanto botanico-vegetazionali che faunistiche) dell’area, nonché i principali punti di interesse individuati; elementi storico-culturali ed ambientali del paesaggio che possano divulgare e documentare l’attività dei Carbonai ed il loro impatto sul territorio, particolarmente presente nell’area.

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